Se noi veniamo divisi per un periodo abbastanza lungo dalle persone che amiamo, ci è semplicemente impossibile crearci, come fa la maggioranza, qualche rimpiazzo a buon mercato in altre persone, e penso sia così non per motivi morali, ma semplicemente in base alla nostra natura. Cercare un rimpiazzo ci ripugna. Semplicemente, dobbiamo attendere e ancora attendere, soffrire indicibilmente per la separazione, provare nostalgia fino quasi ad ammalarci, e solo in questo modo manteniamo viva la comunione con le persone che amiamo, sia pure in modo molto doloroso.

 La prima conseguenza che simili periodi di nostalgia producono è che si vorrebbe trascurare in qualche modo la scansione normale della giornata, per cui un certo disordine minaccia di penetrare nella nostra vita. Qualche volta ho avuto la tentazione di non alzarmi la mattina alle 6 come al solito e di dormire più a lungo. Finora mi è sempre riuscito di convincermi a non farlo; mi era chiaro che ciò sarebbe stato l’inizio della capitolazione, e che probabilmente ne sarebbe seguito di peggio; l’ordine esteriore e puramente personale fornisce sicuramente un certo sostegno all’ordine interiore.

 Inoltre, niente è più controproducente che cercare, in periodi simili, di crearsi qualche rimpiazzo per ciò che è irraggiungibile. Non ci si riesce, e subentra un disordine ancora maggiore; ne viene erosa la forza per vincere la separazione, che può nascere solo dalla totale concentrazione sull’oggetto della nostalgia, ed è ancora più pesante tener duro… Ancora: credo sia bene non parlare del proprio stato con estranei, perché questo provoca un turbamento ancora maggiore, ma tenersi disponibili per le pene di altre persone.

                                                                       D. Bonhoeffer