Si prova una sensazione singolare a vedere, un certo giorno, andare incontro ad un futuro completamente ignoto e nei confronti del quale si è praticamente impotenti una persona del cui stato e del cui destino si è stati per anni in qualche modo partecipi.

Questa coscienza della nostra impotenza, di cui parli anche tu, Renate, ha secondo me due facce: è inquietante, ma in qualche modo anche liberante.

Finché noi stessi cerchiamo di contribuire a determinare il destino di un’altra persona, non possiamo mai liberarci, alla fin fine, dell’interrogativo se ciò che facciamo serva davvero al bene maggiore dell’altro; questo, in ogni caso, in occasione degli interventi più rilevanti nella vita di un altro; se poi improvvisamente ci viene tolta ogni possibilità di dare il nostro contributo personale, al di là della paura per l’altro c’è però in qualche modo la consapevolezza che ora la sua vita è posta in mani migliori e più forti.

Affidarci reciprocamente a queste mani è il grosso impegno delle settimane e forse dei mesi a venire, per voi, per noi.


        Dietrich Bonhoeffer